COSA VEDERE A TREVISO? LA NOSTRA GUIDA PER SCOPRIRE IL GIARDINO DELLA SERENISSIMA

Cosa vedere a Treviso

La guida completa con i nostri suggerimenti per visitare Treviso e dintorni.

Treviso, città d’arte e d’acqua che sorprende piacevolmente chi si addentra tra i suoi portici, placidi canali e splendide case affrescate. In questa guida completa abbiamo raccolto i nostri suggerimenti per visitare Treviso scoprendo tutte le sue sfaccettature.

In questo articolo:

COSA VEDERE A TREVISO

COSA FARE A TREVISO

COSA VEDERE NEI DINTORNI DI TREVISO

COSA VEDERE A TREVISO? ECCO ALCUNI SPUNTI PER VISITARE TREVISO IN UNO O PIU’ GIORNI

LE METE CLASSICHE

Cominciamo dalle mete classiche della città come il suo cuore nevralgico, Piazza dei Signori, dove si affaccia il Palazzo dei Trecento, il Palazzo della Prefettura e la maestosa Torre Civica. Lì vicino, nel punto di incrocio tra cardo e decumano, sorge la meravigliosa Loggia dei Cavalieri. Un altro luogo da non perdere è il Duomo con le sue opere d’arte ma anche le possenti mura le cui porte costituivano l’ingresso trionfale nel capoluogo della Marca.

PIAZZA DEI SIGNORI

Piazza dei Signori, simbolo di Treviso, costituisce il centro storico, culturale e sociale della città. Un tempo questa piazza era detta “della Berlina”.

Questo termine si riferisce all’antica punizione, che qui veniva praticata, consistente nell’esporre in un luogo pubblico il condannato con addosso scritte o simboli che descrivevano il tipo di reato commesso in modo da umiliarlo.

Alcuni maestosi palazzi fanno da cornice alla piazza: il Palazzo dei Trecento, costruito in stile romanico all’inizio del XIII secolo, antica sede del Maggior Consiglio, il Palazzo della Prefettura, edificato tra il 1874 e il 1877, e il Palazzo del Podestà, in stile rinascimentale lombardesco originario del 1491 ma che subì diversi rifacimenti nel corso dei secoli.

Infine, si staglia imponente con i suoi quarantotto metri di altezza la Torre Civica di origine medievale che ospita il caratteristico “Campanòn”. Infatti, nella cella campanaria è ospitata una campana pesante circa 2700 chilogrammi oggi battuta a martello ad ogni ora. È la terza per dimensioni nella Regione dopo la Campana Granda di Padova e il Rengo di Verona.

LOGGIA DEI CAVALIERI

Si tratta di uno dei più antichi monumenti civili di Treviso, emblema del potere politico assunto da nobili e cavalieri nel periodo del Libero Comune. L’edificio, in stile romanico trevigiano con influssi bizantini, fu realizzato nel 1276 sotto il potere del podestà Andrea da Perugia come luogo di convegni, conversazioni, giochi a cui però il popolo non poteva accedere.

IL DUOMO

Il complesso del Duomo comprende oltre alla Cattedrale dedicata a San Pietro, il Battistero, il Vescovado e le Canoniche. Probabilmente, proprio per questo motivo lo scrittore Giovanni Comisso lo definì “Il piccolo Vaticano”.

Anche se la struttura che vediamo oggi, in stile neo-rinascimentale, risale principalmente alla ricostruzione effettuata nel XVIII secolo, la Cattedrale originariamente fu realizzata nei secoli XI-XII (la cripta romanica fu infatti costruita nel 1030). Il pronao che caratterizza la facciata sulla piazza con la sua maestosa scalinata risale invece al 1836. Se alziamo gli occhi, invece, scorgiamo le sette cupole che caratterizzano la copertura delle navate. All’interno, tra le diverse opere conservate, da non perdere l’”Annunciazione” del Tiziano, meraviglioso dipinto che l’artista cadorino realizzò nel terzo decennio del XVI secolo.

LE MAESTOSE MURA E PORTE

Un modo per visitare Treviso osservandola da un punto di vista singolare è quello di camminare lungo le sue mura.

Cosa vedere a Treviso muraAnche se all’epoca romana era già presente una cinta muraria, le vestigia attuali risalgono al Cinquecento, quando Fra’ Giocondo prima e Bartolomeo D’Alviano poi contribuirono al loro rafforzamento e ampliamento su incarico della Serenissima, realizzando il terrapieno ricoperto dalla spessa muraglia di mattoni ancora oggi visibile.

Una volta costruite le mura, iniziarono le opere idrauliche: attorno alla città fu costruito non solo un perimetro d’acque, ma anche la possibilità di allagare la pianura circostante, mettendo in difficoltà gli eventuali assalitori.

Ancora oggi la cinta muraria, inframezzata da torrioni circolari, con le cannoniere seminascoste, testimoniano l’importante ruolo difensivo assunto dalla città ai tempi della Serenissima.

Ad interrompere le mura, le tre meravigliose porte che assicuravano l’ingresso alla città: Porta Altinia in direzione Sud, Porta San Tomaso verso Nord, Porta Santi Quaranta verso Ovest.

In prossimità dei principali bastioni come Porta Altinia o i bastioni di San Paolo possiamo ancora oggi osservare incastonati nel paramento di mattoni, eleganti bassorilievi raffiguranti il leone alato, simbolo del potere della Repubblica di Venezia, alla quale nel XIV secolo Treviso si era sottomessa.

MISTERI E LEGGENDE DI TREVISO

Perché non scoprire il volto più oscuro e suggestivo di Treviso visitando i luoghi legati a curiosità, misteri e leggende della città? Tra le chiese, le mura e i palazzi più antichi aleggiano ancora oggi spiriti di dolci fanciulle, anime dannate, creature misteriose.

Ad esempio, in piazza del Duomo un tempo si trovava la casa natale dei da Romano, una delle famiglie più potenti del Veneto durante l’epoca medievale. Proprio qui nacque Ezzelino e sono numerosissime le leggende che lo riguardano: gli furono attributi i doni dell’ubiquità e dell’invulnerabilità, si dice che era un essere eretico, diabolico e crudele e che il suo concepimento avvenne in circostanze molto singolari, addirittura ad opera del diavolo.

La città fu teatro anche di numerose e sfarzose feste, e proprio per questo motivo, il trevigiano divenne presto la “Marca gioiosa e amorosa”. Una di queste feste ebbe luogo il 1214 quando si narra che venne eretto un grande Castello d’Amore, dove entrò un gruppo di ragazze che doveva “difenderlo” dagli assalti galanti di tre squadre formate da trevigiani, padovani e veneziani. Secondo te chi fu il vincitore?

Altra curiosità è legata al patrono dei giornalisti, San Francesco di Sales. Infatti, le monache Visitandine della città conservano ancora oggi con devozione le sue reliquie, che qui arrivarono dopo la rivoluzione francese.

SULLE ORME DI ILLUSTRI PERSONAGGI

Un altro modo insolito per scoprire Treviso è sicuramente quello di ripercorrere le orme dei personaggi illustri che nacquero o frequentarono la città come Tomaso da Modena, Giovanni Comisso, Daniele Manin e molti altri.

TOMASO DA MODENA

Tomaso da Modena, vissuto nel cuore del XIV secolo, è stato un grande innovatore nella storia dell’arte: le sue opere, realizzate quasi tutte a Treviso, sono caratterizzate dal senso della prospettiva e volti particolarmente espressivi.

Una curiosità è legata a questo artista: a lui è attribuita la prima immagine degli occhiali nella storia dell’arte. Nei bellissimi affreschi che adornano la sala del Capitolo dei Domenicani nella Chiesa di San Nicolò, nel 1352 Tomaso raffigurò Ugo di Provenza e Niccolò di Rouen, il primo con gli occhiali stretti al naso, il secondo mentre legge con l’aiuto di una lente.

Un itinerario interessante che tocca tutti i luoghi cittadini dove sono visibili i suoi capolavori come la Chiesa S. M. Maggiore, il Museo di S. Caterina, la Chiesa di S. Francesco, la Chiesa di S. Lucia, il Museo Diocesano e il ovviamente la Chiesa e Capitolo di S. Nicolò.

DANTE ALIGHIERI

“E dove Sile e Cagnan s’accompagna, tal signoreggia e va con la testa alta, che già per lui carpir si fa la ragna”. Nel IX canto del Paradiso Dante Alighieri, attraverso la voce di Cunizza da Romano, sorella del celebre tiranno Ezzelino, lanciava un avvertimento ai principali centri della Marca Trevigiana, attraversati da lotte intestine.

Nel maggio del 1865, ispirandosi alle parole del Sommo Poeta, la municipalità di Treviso, volle dedicare una stele in suo onore. Il luogo scelto fu proprio il punto di confluenza tra i due fiumi menzionati nella Divina Commedia, attraversato da un piccolo ponte che prese il nome di Ponte Dante.
Un omaggio da parte della città che aveva ospitato Dante e che, nella chiesa di San Francesco, conserva ancora oggi la sepoltura di suo figlio Pietro.

Questo ponte era conosciuto anche come “Ponte dell’Impossibile” perché così tante volte, proprio in quel punto, si era cercato di costruire un passaggio con passerelle e ponti in legno ma erano stati spazzati via alla prima piena del fiume. Sembrava ormai impossibile che potesse rimanere in piedi e invece la versione in pietra riuscì a vincere la sfida.

Proprio su queste un tempo rive sorgevano gli squeri, ovvero i luoghi in cui si costruivano le barche che venivano usate per gli scambi commerciali con Venezia.

Ponte-Dante cosa visitare a Treviso

LA TREVISO DI ARTISTI, SANTI ED EROI

Il capoluogo della Marca è legato al nome di numerosi altri artisti, santi ed eroi che vi sono nati, vissuti o hanno trascorso parte della loro esistenza nella città. Tra questi ricordiamo lo scrittore Giovanni Comisso, il pittore Gino Rossi, lo scultore Arturo Martini ma anche santi e beati come Suor Maria Bertilla, il Beato Enrico da Bolzano e Papa Benedetto XI. Da non dimenticare gli eroi del risorgimento come il mazziniano Luigi Pastro e Daniele Manin che qui teneva le sue riunioni segrete.

I LUOGHI DEL FILM “SIGNORE E SIGNORI” DI PIETRO GERMI

Un’idea singolare e divertente per visitare Treviso, in particolare per gli appassionati di cinema ma non solo, è quello di ripercorrere i luoghi che fecero da sfondo ad alcune scene del celebre film “Signore e Signori”, uno degli esiti più alti della commedia all’italiana degli anni Sessanta. Il regista Pietro Germi, nel suo film riassume i vizi privati di un’intera classe medio-alta borghese nell’Italia del 1965, in cui domina l’ipocrisia, il perbenismo di facciata e il farla franca in ogni occasione, davanti alla legge e davanti ai precetti della Chiesa cattolica. Negli esterni della pellicola si riconoscono Piazza dei Signori, via Calmaggiore, via San Nicolò, borgo Mazzini, via Roggia, via Sant’Agata, borgo Cavour, vicolo Avogari, riviera Santa Margherita, piazza Monte di Pietà e la stazione ferroviaria.

MEMORIE DELLA GRANDE GUERRA A TREVISO

Altro filone interessante da seguire per una visita a Treviso, soprattutto dal punto di vista storico, è quello della Grande Guerra. Un itinerario che consente di rivivere i timori e fervori di un evento di portata mondiale.

Nel 1905 Treviso diventa il maggior centro militare del Nord Italia in quanto proprio qui passavano le linee ferroviarie che portavano i soldati al fronte. Alcuni luoghi furono attrezzati come ospedali da campo o ricoveri dei profughi e molte costruzioni furono seriamente danneggiate.

Ad esempio, la Chiesa di San Francesco e San Nicolò vennero utilizzate per scopi militari, Porta San Tommaso si aprirà all’arrivo dei profughi, l’Ospedale dei Battuti accoglierà numerosi feriti. Successivamente la città ospiterà anche gli alti Comandi e la Casa del Soldato.

Oggigiorno le tracce della Guerra non sono più visibili ma percorrendo questo itinerario sarà possibile rivivere quei duri momenti fatti di battaglie e scontri combattuti con coraggio e dignità.

LE BOTTEGHE STORICHE DI TREVISO

Sono numerose le botteghe storiche del centro di Treviso, testimoni delle storie e della passione delle persone che hanno portato avanti l’attività nei decenni e a volte secoli. Allora perché non conoscere questo spaccato della vita cittadina?

Questo viaggio inizia nel lontano 1398, quando aprì l’attività più antica, la farmacia San Martino. Altra bottega storica è il Colorificio Vasconetto, inventore del “verde trevigiano”, un colore atipico e particolare di Treviso, che dal 1856 porta avanti la sua attività. Troviamo poi la Farmacia Fanoli, aperta con decreto imperiale austriaco nel 1790, la Gioielleria Giraldo, dal 1880 punto di riferimento per gli amanti dei gioielli, Ragazzoni, che tramanda l’arte della tappezzeria dal 1890, i vivai “Van Den Borre” che affondano le loro radici nel lontano 1854, anno in cui il fondatore Francesco Van Den Borre arrivava in Italia da Gand in Belgio. Infine,  Danesin Gastronomia, la cui storia inizia negli anni Venti del Novecento con il carretto prima e furgone poi, di Luigi che girava tra i paesi del trevigiano portando con sé il prodotto di cui si era appassionato: il parmigiano reggiano, rarità per quei tempi. Un viaggio intrigante alla riscoperta del know how, della storia e cultura di questa città.

Cosa vedere botteghe storiche TrevisoI MULINI DI TREVISO

Le mappe napoleoniche e gli storici confermano che a costituire il primo nucleo di terra sul quale sarebbe poi sorta l’Isola di Pescheria siano stati in realtà i mulini che sorgevano al termine dell’attuale Riva del Cagnan Comisso.

Allora, un punto di vista per scoprire gli angoli più nascosti di Treviso potrebbe essere quello di seguire le acque che attraversano la città fino a raggiungere i suoi mulini come quello sul Cagnan Grando e della Pescheria. Originariamente i mulini erano dotati di quattro ruote: una sorgeva dove ora c’è la camiceria Gentj, la seconda e la terza probabilmente all’interno dell’ex Casa del Detersivo, un quarto a ridosso dei muri dell’osteria Muscoli’s.

Proprio gli scarti di lavorazione, scaricati sul bacino dell’attuale Pescheria, si sarebbero accumulati andando a formare isolotti che, consolidati, avrebbero costituito la prima isola che in seguito avrebbe ospitato il mercato del pesce.

LA TREVISO “CHE DI CHIARE FONTANE TUTTE RIDE”

Treviso “che di chiare fontane tutte ride” scrisse il poeta fiorentino Fazio degli Uberti. Non possiamo che essere d’accordo. Alcuni dei tesori nascosti custoditi tra le mura della città sono proprio le fontane, alcune davvero singolari.

FONTANA DELLE TETTE

La più particolare della città è sicuramente la “Fontana delle Tette”, a pochi passi da Palazzo Pretorio. È raffigurata una donna a busto scoperto che si regge i seni, dai quali scaturiscono due vivaci zampilli. Fu realizzata nel 1559 su ordine di Alvise Da Ponte, all’epoca podestà delle Repubblica di Venezia in seguito a una forte siccità che colpì Treviso e la campagna circostante. Da quell’anno fino al 1797, anno della caduta della Serenissima, in onore di ogni nuovo Podestà dalla fontana sgorgavano vino rosso da un seno e vino bianco dall’altro e tutti i cittadini potevano bere gratuitamente per tre giorni.

Oggi la statua della fontana, recuperata, si trova a Ca’ da Noal ma ad attrarre la curiosità dei passanti c’è una fedele replica, posta nel sito originario, realizzata dallo scultore Miguel Miranda.

Cosa vedere treviso fontana delle tetteFONTANA DEI TRE VISI

Questa singolare fontana tri-fronte rimanda alle origini del toponimo Treviso (da Tervisus: tre vedute) e all’origine della città, sorta a partire da tre nuclei primitivi sulle rispettive alture di piazza dei Signori, piazza Duomo e sant’Andrea. La parte inferiore è costituita da una vasca in cui si riversa l’acqua che sgorga dalle bocche di quattro teste leonine stilizzate.

FONTANA DI PIAZZA SAN VITO

Già descritta “bella ed elegante” dai giornali dell’epoca, questa fontana fu offerta dai commercianti in segno di riconoscenza verso il comune di Treviso per aver mantenuto nella piazza il mercato ortofrutticolo che vi si svolgeva un tempo. Il manufatto in marmo realizzato nel 1930 è costituito da una parte superiore ornamentale e una piccola fontana inferiore destinata sin dall’origine all’uso domestico.

LE VILLE E I PALAZZI PIÙ SONTUOSI

Per conoscere i fasti del passato di Treviso non c’è modo migliore che andare alla scoperta delle ville e dei palazzi che costellano la città. Ecco qualche suggerimento.

PALAZZO SCOTTI

L’attuale palazzo Scotti fu costruito su progetto di Ottavio Scotti nella prima metà del Settecento. Abile architetto rappresentante del classicismo veneto nonché autore di diverse opere a Treviso come le chiese di Santo Stefano e Santa Croce dei Battuti, grazie al suo progetto riorganizzò le vecchie residenze di famiglia, di origini medioevali. Nel secolo scorso, durante l’ultima guerra, ospitò il comando del XIV Corpo d’Armata.

PALAZZO BOMBEN

Questo palazzo che sorge su antichi edifici risalenti al XIV-XV secolo, in parte incorporati nelle modificazioni successive avvenute fino alla metà del secolo scorso, oggi ospita la sede della Fondazione Benetton Studi Ricerche.

Le origini di questo edificio risalgono al 1280 quando era di proprietà dei nobili De Castelli, poi passò nelle mani dei Tempesta, avogari del Vescovo, e successivamente ai Carrara. Infine, la Repubblica di Venezia lo donò al fiorentino Bombene (o Bomben), vincitore dei Carraresi.

Nel 1944 la parte posteriore del palazzo fu colpita da un bombardamento che causò il crollo della copertura, dei solai e di parte delle murature.

Cosa vedere a Treviso palazzo Bomben

MONTE DI PIETÀ

Si tratta di uno dei luoghi più interessanti della città, soprattutto dal punto di vista artistico. In passato, il ruolo di questo istituto era quella di combattere il prestito usuraio dando accesso a prestiti a basso interesse in cambio di oggetti lasciati come pegno. Le sue origini risalirebbero al 1462, quando i Frati Francescani, allo scopo di aiutare i più bisognosi, decisero di istituire il Monte di Pietà.

Nel 1496 fu il vescovo Nicolò Franco sostenuto dal Podestà Girolamo Orio e dai Provveditori, a fare in modo che il Comune donasse l’edificio da adibire a sede del Monte di Pietà. Nel corso del XVI secolo per la carenza di spazio in cui depositare le merci, l’edificio fu ampliato più volte.

Una delle parti artisticamente più interessanti dell’edificio è la Cappella dei Rettori decorata con affreschi a soggetto sacro risalenti alla seconda metà del Cinquecento. Tra le opere degne di nota quella di Ludovico Fiumicelli che realizzò “La moltiplicazione dei pani e dei pesci”.
Il Monte di Pietà, attivo fino a circa metà del XVIII secolo, oggi è di proprietà del Gruppo UniCredito Italiano.

VILLA MANFRIN

L’edificio fu realizzato tra il 1775 ed il 1783 su progetto dell’architetto G. Antonio Selva. All’interno alcune stanze sono decorate con stucchi. Le ampie barchesse fanno da cornice ad una bella peschiera e conservano alcune interessanti formelle in cotto.

CA’ ZENOBIO

Il palazzo risalente alla fine del XVI secolo fu rimaneggiato nel corso del Settecento. Il corpo centrale è a trifore sovrapposte, il secondo piano è ricavato fra colonne e pilastri ionici. La barchessa realizzata nel Seicento presenta un loggiato ad arcate e mascheroni di pietra in chiave. Il parco è impreziosito dalla presenza di statue e di piante secolari.

PALAZZO DOLFIN

Le origini del palazzo risalgono al periodo a cavallo tra XVII e XVIII secolo. Costruito su committenza di Salvatore Orsetti, il palazzo è tradizionalmente attribuito all’architetto Andrea Pagnossin, ma è da altri ascritto all’opera di Ottavio Scotti o Antonio Gaspari. Verso la fine del Settecento passò alla famiglia patrizia veneziana dei Dolfin ma ben presto la rovina causata dalla caduta della Repubblica nel 1797 portò al passaggio di proprietà nelle mani di Francesco Cestari.

CA’ SPINEDA

Proprietà della nobile famiglia degli Spineda fino a metà dell’800, l’edificio fu costruito attorno al 1560 per volere di Gaspare Spineda.
Molto interessanti dal punto di vista artistico gli affreschi dello scalone attribuiti a Gaspare Diziani che raffigurano una serie di rappresentazioni allegoriche contornate da decorazioni a stucco: le quattro virtù cardinali, e altre quattro figure femminili che personificano l’Arte, la Gloria Militare, l’Abbondanza ed una di significato non precisato. Dal 1935 ad oggi è sede di rappresentanza della Fondazione Cassamarca.

LE CHIESE DI TREVISO TRA ARTE E FEDE

CHIESA DI SAN NICOLO’

La costruzione della Chiesa di San Nicolò iniziò agli albori del XIV secolo da parte dei Domenicani, sfruttando i lasciti che papa Benedetto XI, ovvero fra’ Niccolò Bocassino da Treviso, aveva generosamente donato. L’epidemia di peste che colpì l’Europa tra il 1348 ed il 1350 provocò l’interruzione dei lavori.

Passata l’ondata di morte, il pittore Tomaso da Modena fu incaricato di affrescare la Sala del Capitolo del Convento per omaggiare l’ordine. Ancora oggi si possono ammirare i meravigliosi ritratti dei maggiori rappresentanti della gloria domenicana. Proprio tra queste figure possiamo notare un frate occhialuto che con sguardo curioso sfoglia le pagine di un libro, probabilmente la prima rappresentazione di occhiali nella storia dell’arte.

CHIESA DI SAN FRANCESCO

La struttura di questa chiesa ben rappresenta gli ideali di semplicità ed essenzialità tanto cari all’ordine francescano, in particolare negli interni, dove le nude pareti a mattone e la luce soffusa creano un ambiente di grande equilibrio e profonda spiritualità.

L’edificio è stato costruito tra il 1230 ed il 1270 per volere di Papa Innocenzo III, grazie anche alle considerevoli elargizioni Comunali oltre che a quelle dell’aristocrazia trevigiana.

La navata destra custodisce la tomba di Francesca Petrarca, figlia del noto poeta, morta proprio a Treviso nel 1384, mentre nella navata sinistra si trovano degli affreschi di Tomaso da Modena e di alcuni allievi.

CHIESA DI SANTA MARIA MAGGIORE

La Chiesa di Santa Maria Maggiore, conosciuta anche come “Madona Granda”, risale all’VIII secolo e sorge dove si trovava un capitello con l’immagine della Vergine. L’edificio, distrutto durante le invasioni barbariche, fu ricostruito dopo l’anno Mille.

Fu nuovamente ricostruita in stile tardo gotico nella seconda metà del Quattrocento dai Canonici Lateranensi, mantenendo inalterata solo l’immagine della Madonna, opera realizzata da Tomaso da Modena.

Una curiosità legata a questa chiesa: agli inizi del Cinquecento parte dei mattoni che la costituivano furono asportati per la realizzazione delle nuove mura.

CHIESA DI SANTA LUCIA

L’edificio fu realizzato verso la metà del Trecento nel luogo in cui sorgevano le Carceri di Treviso, devastate da un incendio. Gli interni, poco luminosi con un basso soffitto caratterizzato da tre volte a crociera poggianti su sei colonne, ricordano una cripta. La chiesa fu ampliata nel 1389 per accogliervi il culto di S. Lucia in memoria del ritorno di Treviso sotto Venezia dopo l’allontanamento dei Carraresi dalla città.

Chiesa Santa Lucia cosa vedere a Treviso

CHIESA DI SAN VITO

Questa chiesa ha origini antichissime che risalgono a prima dell’anno Mille e sono legate ad un ricovero per viandanti ed ammalati. Le testimonianze, infatti, provano la presenza nell’883 di un complesso di ospedali denominato di “San Pietro e San Vito”, di proprietà del monastero benedettino di Sant’Ilario e Benedetto di Fusina. Alcuni secoli dopo l’edificio fu sede religiosa di alcune delle principali scuole della città quali quelle dei Fabbri, dei Bombardieri, dei Caldereri e dei Beccai.

CHIESA DI SAN LEONARDO

Questa chiesa prese il posto di un Ospedale, denominato “S. Leonardo”, esistente già nel 1330.
Purtroppo non è rimasto nulla della struttura originaria poiché la chiesa, già ricostruita nel 1657, subì successivi rifacimenti. Qui aveva la sua sede religiosa la Scuola dei Mugnai che commissionò il bel trittico attribuito alla bottega di Cima da Conegliano.

CHIESA DI SANT’AGNESE

L’esistenza di un’antica chiesa dedicata al culto di Sant’Agnese risale a prima del 1268. Nel 1529, Papa Leone X, con un apposito decreto, la affidò ai Canonici lateranensi i quali, in occasione della guerra di Cambrai, erano stati accolti all’interno delle mura di Treviso.

Nel 1613 fu rifatta su progetto di Andrea Pagnossin. Quando i Lateranensi lasciarono la città, il complesso passò nelle mani dei canonici del Duomo. Nel 1778, anno della demolizione della prima Chiesa di Sant’Agnese, il suo titolo fu trasferito alla Chiesa dei Santi Quaranta.

CHIESA DI SAN GAETANO

L’edificio fu costruito assieme all’ospizio agli inizi del Duecento. Della struttura originaria sono rimaste solo l’abside con alcune parti affrescate risalenti al periodo romanico.
Agli inizi del Trecento, a seguito della soppressione dell’Ordine dei Templari da parte di Clemente V, la chiesa divenne proprietà dei Gerosolimitani (Cavalieri di Malta), che le attribuirono il nome di “San Giovanni al Tempio”.

L’edificio fu oggetto di rifacimenti agli inizi del Cinquecento, come testimonia una lapide situata sopra la porta centrale. Successivamente il nome ed il culto in essa celebrato mutarono dall’originario San Giovanni Battista del Tempio a quello odierno di San Gaetano da Thiene in omaggio al Santo da Vicenza.

CHIESA DI SANT’AGOSTINO

Si tratta dell’unico edificio sacro in stile barocco a Treviso. Fu costruita verso la metà del Settecento su progetto Francesco Vecellio, padre somasco.
La nuova chiesa fu edificata sulla preesistente a pianta rettangolare della quale esistono ancora delle testimonianze tra cui quelle di Nicolò Cima che descriveva una struttura a tre navate ed a cui apparteneva probabilmente la statuina del patrono ora visibile sulla facciata.

La Chiesa di Sant’Agostino era sede della Scuola dei “Calegheri”, come testimonia la pala di Ludovico Pozzoserrato, raffigurante San Aniano, patrono appunto dei calzolai, mentre rattoppa una scarpa sotto gli sguardi di San Marco, di San Giuliano e della Madonna.

CHIESA DI SANTO STEFANO

Le origini della Chiesa di Santo Stefano risalgono all’epoca longobarda quando fu eretta una cappella dedicata al santo patrono. La riedificazione della struttura centrale avvenne verso la metà del Settecento su progetto del conte Ottavio Scotti al quale sono attribuiti pure i tre altari: i due minori di stile neoclassico e quello maggiore.

ALTRI LUOGHI DA VEDERE A TREVISO

CA’ CARRARESI

Nel Trecento Ca’ dei Carraresi era un ostello che offriva ristoro ai viaggiatori denominato “Osteria alla Croce”. Sulla facciata si staglia lo stemma dei Da Carrara a richiamare non tanto l’uso della struttura come dimora della nobile famiglia, quanto la sede per l’attività dei loro funzionari e soldati. La struttura, in stile romanico, conserva al suo interno diversi affreschi medievali. Attualmente è sede di interessanti convegni, seminari e mostre.

UNIVERSITÀ

La prima Università nacque a Treviso attorno al 1263, ma sarà soprattutto nel XVIII secolo che si svilupperanno le varie Accademie. Oggi l’Università è ospitata nel luogo in cui anticamente sorgeva l’Ospedale di Santa Maria dei Battuti, il quale offriva assistenza a poveri e pellegrini.

Università cosa fare a Treviso

MUSEI CIVICI – CHIESA DI SANTA CATERINA

I Musei Civici di Treviso comprendono tre sedi dislocate all’interno delle mura cittadine: Museo Santa Caterina, Museo Luigi Bailo e Casa Robegan.

I lavori di costruzione della Chiesa e del Convento di Santa Caterina, oggi sede principale, iniziarono nel 1346 e furono ultimati solo alla fine del secolo a causa di numerose sospensioni. Al complesso di Santa Caterina fu aggiunta anche la Cappella dei Innocenti (così chiamata in ricordo appunto degli innocenti sacrificati da Erode), che si suppone essere stata parte della costruzione del preesistente Palazzo.

La sua destinazione d’uso cambiò diverse volte passando da chiesa del convento dei Servi di Maria, dedicata a Santa Caterina, a sede di altri ordini religiosi. Durante l’occupazione napoleonica, nei primi anni dell’Ottocento, l’edificio fu utilizzato come arsenale militare, successivamente in caserma ed in seguito, fino alla Seconda Guerra Mondiale, come sede del Distretto Militare.

All’interno della chiesa si possono ammirare anche lo splendido Ciclo di Sant’Orsola e gli affreschi di Tomaso da Modena, il più noto dei quali è quello datato 1358, raffigurante Santa Caterina, reggente in mano un modellino di Treviso.

Inoltre sono presenti altri importanti dipinti che spaziano fino all’Ottocento tra i quali opere di Bellini, Lotto, Tiziano e Tiepolo. Inoltre, dalla Galleria Comunale d’Arte Moderna, sono pervenuti alcuni capolavori del Novecento trevigiano, di Gino Rossi e Arturo Martini.

MUSEO NAZIONALE COLLEZIONE SALCE

Il Museo Nazionale Collezione Salce conserva la più ampia raccolta di grafica pubblicitaria esistente in Italia, donata allo Stato italiano dal trevigiano Ferdinando Salce (1877-1962), che fin da giovanissimo maturò una grande passione per i manifesti illustrati.

COSA FARE A TREVISO? ECCO LE ESPERIENZE DA NON PERDERE

Nella prima parte di questo articolo abbiamo dato alcuni suggerimenti per visitare Treviso anche seguendo itinerari particolari, ma come conoscere al meglio la sua essenza?

“Gioiosa per una sua particolare capacità di attingere gioie della natura con tutti e cinque i sensi…”, così la descriveva la Marca trevigiana Giuseppe Maffioli. E allora perché non coinvolgere anche un altro senso, il gusto, durante questo viaggio di scoperta? Sono numerose le osterie in cui assaggiare i prodotti tipici della zona, dal radicchio rosso, all’asparago al Formajo Imbriago, figlio della Prima Guerra Mondiale ovviamente accompagnati da un bicchiere di vino, Prosecco o Raboso.

E non dimentichiamo di concludere il pasto con un’altra prelibatezza locale, il Tiramisù! La maggior parte delle tesi attribuisce infatti la paternità del “Tiramesù” alla città di Treviso, dove verso la fine degli anni Sessanta presso il ristorante “Alle Beccherie” il pasticciere Roberto Linguanotto lo realizzò per la prima volta. Il successo fu clamoroso tanto che al giorno d’oggi lo troviamo in tutti i continenti (o quasi!).

Per proseguire con le esperienze culinarie, consigliamo una visita all’Isola della Pescheria. Luogo simbolo della città, come suggerisce il nome, ospita il principale mercato del pesce dal 1856. “La Pescheria era situata in un’isoletta sul Cagnan, frondosa di castagni ed era la più tipica pescheria del mondo, galleggiante sulle acque”. Così la descrisse lo scrittore Giovanni Comisso.

In realtà, prima del 1856, il mercato si svolgeva nella piazza del Monte di Pietà dove ancora oggi è presente il sottoportico Buranelli, che serviva da magazzino. Quell’anno gli Austriaci decisero di unificare alcuni isolotti che sorgevano sul Cagnan Grande per formare il nuovo spazio in cui ospitare il mercato ittico, dove si svolge oggi. La zona, inoltre, è caratterizzata dalla presenza di bancarelle di frutta e verdura che insieme alle botteghe ed alle osterie fanno di quest’area un costante punto di riferimento della vita sociale trevigiana.

Un altro modo per scoprire angoli nascosti di Treviso è quello di andare a caccia degli scorci più suggestivi della città come Vicolo Duomo che si snoda tra le Canoniche Vecchie e le Canoniche Nuove e il Canale dei Buranelli, il cui toponimo si pensa derivi dal fatto che proprio su queste rive si trovavano le abitazioni dei pescatori provenienti dall’omonima isola della laguna.

Il legame che univa Treviso a Venezia lo si riscontra anche nella toponomastica: in effetti il collegamento acqueo che permetteva gli scambi commerciali tra la campagna e la capitale della Serenissima Repubblica portava il nome di “Buranelli”. Si pensa infatti che avessero preso abitazione che ora sono diventate uno degli angoli più caratteristici della città.

Un’altra esperienza da non perdere è passeggiare lungo via Calmaggiore, che collega piazza del Duomo a piazza dei Signori. Il toponimo probabilmente deriva dal latino callis maior (strada maggiore), dicitura più tarda di cardo maximus. Qui si trova una grande concentrazione di negozi, un vero paradiso per gli amanti dello shopping.

COSA VEDERE NEI DINTORNI DI TREVISO? ECCO QUALCHE IDEA PER ESCURSIONI DI UNO O PIU’ GIORNI DA TREVISO

Non solo il capoluogo della Marca Trevigiana incanta con i suoi scorci, la sua storia e i suoi sapori. Tutta la provincia è infatti contraddistinta da un paesaggio unico: colline ricamate dai filari dei vigneti più famosi al mondo, corsi d’acqua, dai più piccoli fino al Piave, Fiume Sacro alla Patria e ancora piccoli borghi che nascondono all’interno preziosi tesori.

ALLA SCOPERTA DEL FIUME SILE

A qualche chilometro dalle mura della città, sorge sulle verdi acque del Sile, l’antico borgo molitorio di Quinto di Treviso. Qui tra suggestivi paesaggi campestri, acquatici e sfarzose ville è ancora possibile ammirare alcuni dei numerosi mulini che sorgevano lungo le sponde del fiume e che hanno significato molto nella storia civile, economica ed architettonica del territorio.

Altro luogo da non perdere a pochi passi da Treviso è la restera ovvero la strada che un tempo veniva percorsa dai cavalli che trainavano con le funi le barche contro corrente verso Treviso, dentro le mura cittadine. In passato, infatti, il corso del Sile rappresentava una delle vie maestre della Serenissima verso il nord. Lungo la Restera, a Casier, tra canne e alti falaschi, si trova il cosiddetto “Cimitero dei Burci”. I burci erano grandi imbarcazioni che venivano usate per il trasporto delle granaglie.

Altro luogo incantevole si trova dove il fiume ha origine. Stiamo parlando del “Fontanasso dea Coa Longa”, uno dei superstiti più significativi e tra i più accreditati come sorgente del Sile, anche se tutta l’area è coinvolta nel fenomeno. Un luogo affascinante in cui osservare la flora e la fauna tipiche delle risorgive.

I BORGHI DELLA MARCA TREVIGIANA

Perché non immergersi nell’atmosfera del passato, passeggiando tra borghi rurali e piccoli centri storici circondati da un paesaggio emozionante, scoprendo le storie dei personaggi che nacquero, vissero o trascorsero parte della loro vita tra le loro case? E allora ecco alcuni borghi che della Marca Trevigiana da non perdere.

Partiamo da Possagno, città natale di Antonio Canova in cui si possono visitare la gipsoteca, con i gessi delle sue più famose sculture, e la dimora seicentesca in cui l’artista nacque.

Altro gioiello incastonato in una vallata verdeggiante, tra boschi, vigneti e sorgenti d’acqua è Follina, dove si può ammirare uno degli edifici sacri più belli della regione, l’Abbazia di Santa Maria. L’edificio fu realizzato dai monaci cistercensi tra il 1305 e il 1335 su una precedente costruzione benedettina.

Un altro incantevole angolo della Marca Trevigiana è il Molinetto della Croda a Refrontolo, un edificio rurale risalente al XVII secolo costruito sulla roccia. Sui pendii delle colline circostanti dominano i vigneti di Prosecco e di Marzemino, vino decantato da Mozart.

Merita sicuramente una visita anche Tarzo dove, seguendo la “Via dei murales”, è possibile scoprire le storie di vita quotidiana del passato grazie alle caratteristiche opere dipinte nel corso degli anni da diversi artisti veneti.

Altro borgo da visitare è Combai, famoso per il suo Marrone IGP ma anche per la Strada de la Fan, percorso di elevato valore naturalistico e storico dato che si riferisce a un triste ma interessante capitolo della Grande Guerra. Si tratta infatti di una strada costruita dagli abitanti della zona con lavoro obbligatorio nel periodo dell’occupazione austriaca.

Suggeriamo una visita anche a Segusino e ai pittoreschi borghi circostanti come Stramare e Miliès, che ogni anno in occasione del Natale vengono vestiti a festa con addobbi e presepi.

Da non dimenticare Portobuffolé, dove ancora oggi passeggiando tra le sue architetture e strade in pietra si respira un’atmosfera medievale, e Oderzo, l’antica Opitergium romana, il cui centro storico racchiude le testimonianze di tre epoche storiche successive: la romana, la medievale e l’epoca rinascimentale.

TRA VILLE E CASTELLI DELLA MARCA TREVIGIANA

Assolutamente da non perdere i meravigliosi borghi della Marca Trevigiana che custodiscono veri e propri tesori come castelli e ville prestigiose.

Asolo, definita da Giosuè Carducci la “Città dei 100 orizzonti” per la bellezza dei tantissimi scorci su torri, nobili palazzi, piazze e ovviamente sulla morbida campagna circostante. Qui, oltre all’imponente Rocca, si può ammirare il Castello della Regina Cornaro, il Palazzo della Ragione, Villa Scotti-Pasini, Villa Freya e moltissimi altri luoghi di interesse storico ma anche naturalistico.

Meritano una visita anche Susegana dominata dal Castello di San Salvatore e Collalto e i resti del suo castello, dove la leggenda narra che ancora oggi vaghi lo spirito della dolce fanciulla Bianca.

Uno dei manieri più belli e maestosi della Marca Trevigiana è sicuramente Castelbrando a Cison di Valmarino. Ma non è l’unica sorpresa che riserva questo borgo. Addentrandosi lungo la Via dell’Acqua, è possibile immergersi in quella che era la realtà artigianale di Cison fino all’inizio del secolo scorso, legata al torrente Rujo e allo sfruttamento delle sue acque. Lungo il percorso si trovano vecchi lavatoi ricostruiti, fontane, canalette con diverse chiuse, antichi mulini e resti di vecchi folli.

Altrettanto interessanti, Conegliano con il suo castello medievale, città natale dell’illustre pittore Giovanni Battista Cima e Vittorio Veneto, nato dalla fusione di due antichi borghi, Ceneda e Serravalle, teatro della conclusione della Prima Guerra Mondiale. Qui si trova l’antico Santuario di Santa Augusta, che dietro l’altare custodisce una pietra forata con il potere di curare il mal di testa (o almeno così narra la leggenda).

Non meno affascinante il castello di Castelfranco, città natale del Giorgione, Roncade e la Torre di San Zenone degli Ezzellini.

Altrettanto suggestiva Villa Barbaro a Maser, capolavoro del Palladio con affreschi del Veronese e una ricca collezione di carrozze, proprio nel cuore della produzione di ciliegie e la Rotonda di Badoere, una delle barchesse più famose del Veneto.

LE COLLINE DEL PROSECCO

“I colli subito succedono ai monti e sono, da una parte, boscosi di castagni e dall’altra a vigneti che danno un vino dorato che lascia sulle labbra il sapore del miele”. Così scriveva Giovanni Comisso. E tra i vini più famosi della Marca Trevigiana vi è sicuramente il Prosecco.

L’Anello del Prosecco è un’esperienza indimenticabile tra sapori, arte e natura. Attraversa paesaggi di autentica bellezza, dove sono visibili i segni della storia rurale, civile e religiosa delle genti locali. Tra le mete più note gli incantevoli borghi dell’area di Valdobbiadene come San Pietro di Barbozza, Saccol, Santo Stefano, ma altrettanto suggestivi Soligo, San Pietro di Feletto e Premaor.

I TESORI NATURALISTICI DELLA MARCA TREVIGIANA

Non di minor bellezza i tesori naturalistici della Marca Trevigiana come il Montello, i cui boschi un tempo furono intensamente protetti e sfruttati dalla Serenissima per rifornire l’Arsenale e costruire le palafitte su cui si fonda l’intera città. Il Montello fu anche teatro dei tragici eventi della Grande Guerra e ancora oggi conserva monumenti che ricordano quei tragici eventi come l’Osservatorio del Re, il monumento dedicato a Francesco Baracca e l’Abbazia di Sant’Eustachio, pesantemente danneggiata dai bombardamenti.

Altri luoghi da visitare i laghi come quelli di Revine o della Val Lapisina, e ancora le aree naturalistiche che si trovano lungo il corso del fiume Piave come le Oasi Fontane Bianche a Sernaglia della Battaglia e l’Isola dei Morti a Moriago della Battaglia, così chiamata perché, durante la Prima Guerra Mondiale, fu un’area contesa al centro del fronte del Piave, cosa che provocò un ingente numero di perdite da parte di entrambi gli eserciti.

Altra meraviglia da non perdere, le incantevoli Grotte del Caglieron a Breda di Fregona.

E tu sei mai stato nella Marca Trevigiana? Quale luogo visiteresti per primo?

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